La Sentina: più che un'occasione, una risorsa. Stampa
Si tratta di costruire concretamente le condizioni per un'interpretazione del territorio in cui le domande di qualità e sicurezza, di solidarietà, di qualitativa gestione del tempo libero vengano privilegiate rispetto alla logica del solo uso e consumo di spazi ormai preziosi e fragili perché inseriti in un tutto " costruito" .
Per questo motivo è necessaria la riappropriazione della conoscenza di un'area come la Sentina nella storia, nei suoi equilibri, nei valori culturali ed economici che permetta di pensare ad una pluralità di sviluppi ponendo attenzione alle relazioni che la collegano al "sistema" città.
Negare dal punto di vista urbanistico questa necessità significherebbe fare dell'area Sentina una riserva ma nel senso di limitarne e restringerne l'uso e mortificarne le potenzialità.
Piuttosto progettare attraverso un Piano Generale significa tener conto del fatto che i "paesaggi" devono presentare una loro continuità e i rapporti fra le diverse componenti formano un tessuto che descrive ed esprime la società che li abita.
Nell'occasione della riprogettazione della città attraverso un Piano, una scelta irrinunciabile è dunque quella di pensare una relazione culturale ed urbanistica della Sentina con il resto della città.
Da superare dunque la separazione anche fisica che questa ha rispetto al territorio circostante e agli abitanti.
Particolarmente per una città che vuole mantenere e, meglio, rilanciare una economia turistica.
In mancanza di attrazioni esotiche e di grandi spazi va ricercata una via che crei un binomio tutto comprensoriale di natura – cultura, dove per cultura si intendono tradizioni, cibo, ambiente e marchi di garanzia.
Il termine cultura non deve apparire utopico e peregrino ma deve essere la logica ispiratrice di qualsiasi intervento sull'area Sentina.
Il suo ruolo strategico va non solo salvaguardato ma ridefinito e rilanciato.

L'area ha subito infatti ,negli ultimi anni, pesanti interventi ma ha mantenuto interessanti specificità dal punto di vista ambientale, botanico-vegetazionale e per l'avifauna che la rendono ancora unica.
Inoltre è di fatto l'ultimo spazio libero, fronte mare, non ancora urbanizzato che riesce a riassumere i caratteri tradizionali del nostro paesaggio.

Lo spazio di 179.55 Ha, tutti compresi nel territorio di S. Benedetto, mentre offre la possibilità di valorizzare gli elementi significanti non consente di operare sull'area una molteplicità di interventi parcellizzandone l'immagine
Non si può far scontare alla Sentina le scelte sbagliate e caricarla di aspettative turistiche ed economiche vecchie o di tipo consumistico.
Il progetto della riserva deve quindi prevedere una strategia unica e un programma di azione articolato da organizzare prevedibilmente in fasi temporali . Condizione questa presumibile rispetto alle risorse economiche da reperire e prevedere.

La RISERVA dovrà essere dunque raggiungibile e fruibile dalla popolazione dell'intero comprensorio (S. Benedetto, Vallata del Tronto, il vicino Abruzzo)
Dovrà avere come obiettivo il recupero e la valorizzazione degli elementi ambientali propri dell'area, nel quadro di un intervento mirato alla costituzione di un parco ad elevata valenza naturalistica.

Oggi presenta caratteri diversificati in relazione alla configurazione e alle caratteristiche che permettono di identificare tre zone

- La prima compresa fra la battigia e la strada bianca parallela alla costa che a sud ha destinazione agricola e sopporta periodiche intrusioni di acqua marina

- Una seconda identificabile nel vasto territorio agricolo a prevalente conduzione mezzadrie

- Una terza identificabile con il confine ovest che si presenta infrastrutture e edilizia sparsa di epoca recente

L'dea progetto della Riserva non potrà non tener conto di queste specificità .

Importante sarà invece ricollegare questi elementi facendone il punto di forza .

Certamente non si può prescindere dal:

- Restauro della zona umida costiera, con la ricostruzione degli stagni, dei canali di scolo e delle arginature esistenti prima delle bonifiche degli anni '70 e la creazione di un parco del paesaggio litoraneo

- Riorganizzazione del sistema idraulico di alimentazione della zona umida con interventi mirati al miglioramento della qualità delle acque addotte dal fosso collettore e al riuso delle acque reflue del depuratore

- Rinaturalizzazione dell'alveo del fosso collettore e la costituzione di una quinta alberata prospiciente la zona edificata di Porto d'Ascoli

- Riorganizzazione della zona agricola retrostante con la creazione di un parco agricolo

- Costituzione di un'ampia zona boscata in prossimità delle grandi infrastrutture esistenti per la mobilità con funzione di filtro

- Realizzazione di un sistema di percorsi pedonali e ciclabili prevedendo collegamenti ai lungomare di San Benedetto e Martinsicuro

- Restauro dei tre edifici compresi tra il mare e la strada bianca retrostante con funzioni di tipo turistico- culturale

- Applicazione e sperimentazione di nuove tecnologie a basso impatto ambientale nell'area del depuratore

Il superamento della separazione fisica fra gli interventi prospettati sarà necessaria e potrà avvenire attraverso tre elementi unificanti, sistemi, gli stessi che ora dividono.

- L'acqua che dovrebbe essere l'elemento dominante di una località denominata Sentina.

L'acqua del fiume Tronto che potrebbe costituire di nuovo un elemento di collegamento nord - sud di per se riportando alla luce fra l'altro un legame storico – culturale testimoniato dai ritrovamenti archeologici di interesse anche turistico.

Un sistema di bacini di fitodepurazione per l'affinamento e la raccolta delle acque del depuratore, di bacini per la decantazione e la raccolta delle acque meteoriche di dilavamento delle aree impermeabili . Ciò permetterà il riuso delle acque raccolte per fini produttivi, commerciali, agricoli non che per la gestione delle aree verdi

L' acqua della zona umida con la ricostituzione dei bacini e dei canali che si potrebbero articolare con profondità diverse nella parte centrale.

L'acqua del fosso collettore che ovviamente andrà risanata e controllata essendo destinata ad alimentare la zona umida costiera . Anche la rinaturalizzazione del fosso con tecniche di ingegneria ambientale potrà completare il progetto.

Ovviamente si può prevedere di continuare il percorso verso est attraverso l'elemento mare anche in previsione della costituzione del Parco Marino

- Il sistema dei parchi

Da quello boscato a quello agricolo a quello del paesaggio litoraneo fino alle pinete storiche di S. Benedetto magari reintervenendo là dove possibile.

- Il sistema della mobilità

Un sistema di mobilità intermodale che riconnetta le infrastrutture esistenti ( ferrovia, autostrada, superstrada e strada statale ) con interventi di mobilità alternativa.

La mobilità infatti dovrà allora non solo essere pensata all'interno dell'area della riserva attraverso percorsi ciclo-pedonali o di tipo compatibile, ma anche fra la riserva e il territorio sia in direzione nord-sud che verso ovest.

La riconnessione con la mobilità cittadina potrà avvenire con una metropolitana leggera e piste ciclo-pedonali.
Questo permetterebbe di creare un sistema di continuità, servendosi della linea ferroviaria esistente e/o la linea costiera, il lungomare. In questo modo, a partire dagli elementi di cesura, si potrebbe ricostruire i legami fisici e culturali fra la Sentina e il territorio.

Il Circolo Legambiente di San Benedetto del Tronto organizza, per scolaresche e gruppi di almeno 10 persone, visite guidate alla foce del fiume Tronto e alla Sentina.